Rassegna Stampa

lun 30 luglio 2007 - no central authority

perchè usare il computer se non si è capaci, la penna signor Coppola, signor Franco Ferrarotti, signor Roberto Andreoni, ecc

E «se la perdi ti senti finito», dicono gli inconsolabili che ci sono passati. A quelle memorie affidiamo anni di lavoro, documenti, corrispondenze, appunti, fotografie del cuore che una volta al massimo rischiavano di ingiallire sui vecchi album di famiglia. Certo che bastano semplici e veloci operazioni per duplicare le memorie. Basta fare un «backup» dei dati, basta copiarli. Ma poi c’è l’errore umano. «Ho perso anche il backup», «non trovo la chiavetta», «avevo tutto nella stessa valigia». Inutile infierire. Coppola è triste. E i suoi compagni di sventura non sono ottimisti sui tempi di ripresa. «È uno choc, io non ho ancora recuperato del tutto. Nel pc avevo milioni di ore di lavoro, e pezzi della mia vita, tutte le foto di mia figlia dalla nascita alla prima comunione — racconta Roberto Andreoni, compositore —. È una ferita difficile da rimarginare. A me è successo due volte. Prima un furto in casa: e col portatile se ne è andata l’opera che stavo scrivendo, un danno incalcolabile. Poi un furto in auto, questa volta nel pc avevo il mio lavoro per una mostra multimediale, mesi di lavoro, avevo fatto il backup ma era nella stessa borsa. Avevo evitato gli autogrill per paura dei furti e avevo bevuto un caffè veloce in un bar curando l’auto dalla vetrata, non mi sono accorto di nulla. Tutto perso. Ho offerto duemila euro a chi mi restituiva quel dischetto. Inutile». Sotto choc è stato a lungo Rodrigo Dias, titolare della storica libreria Croce di Roma, quarantamila titoli in 500 metri quadrati. «È successo due anni fa, ero sconvolto, andavo in giro come uno zombie. Avevo inaugurato la libreria in ottobre, in dicembre erano arrivati i ladri: via server e backup, il dischetto l’avevo lasciato sulla scrivania. C’era l’inventario, la mappa, le schede, il venduto, c’era tutto quello di cui ho ancora bisogno e che non ho più riavuto. Compresa la mia corrispondenza privata ». «È un lutto gravissimo, difficile da elaborare — sostiene il sociologo Franco Ferrarotti — soprattutto se come nel caso di Coppola va perso un lavoro creativo, perché è la perdita della sostanza della persona che si è espressa in quel lavoro. Può causare grande sofferenza e frustrazione, e coincidere con periodi di relativa sterilità artistica. Oggi siamo esposti all’ambivalenza di queste tecnologie, che da un lato ci aiutano a creare una memoria ma poi ci espongono al grave rischio di perderla ». Nel lungo elenco delle «vittime» c’è un caso in cui dati preziosi sono tornati al legittimo proprietario. È quello di Paola Bernardi Locatelli, neolaureata in Archeologia alla Statale di Milano. La sua tesi su «La figura umana nella ceramica etrusco-corinzia» l’ha dedicata al gentleman che le ha rubato il pc dall’auto. «Mancavano tre mesi alla laurea, nel pc c’era la mia tesi. Ero disperata, con il computer c’erano anche la chiavetta Usb e il cd con le copie. Stampai centinaia di volantini chiedendo la restituzione di quel materiale. Il ladro mi telefonò e mi fece avere ben quattro chiavette con le copie della tesi».


Federica Cavadini

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La messa dell'uomo disarmato

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